Menzioni speciali 2015 – Sezione Foto/Racconto


  • ATTILIO CALDARERA

Sicilia anno domini 1117, alle pendici del vulcano nasce una nuova vita… è l’inizio di una storia da raccontare. 1134 comincia il cammino di un Uomo… negli anni diventa la vita di un Santo. 2013 arriva per tutti il TREKKING DEL SANTO, I passi del Cammino Etna-Nebrodi di San Nicolò Politi.
2015 la Trinacria scopre le Vie Sacre in Sicilia e offre un viaggio, un trekking, un cammino tra le sue terre multiformi e tra le sue facce e culture mediterranee. I Passi del cammino sono le tappe e le giornate da compiere a piedi in questo trekking che attraversa e congiunge i territori del Parco dell’Etna e del Parco dei Nebrodi. Dalla città di Adrano adagiata alle pendici dell’Etna fino alle terre nebroidee dove vive arroccato il borgo di Alcara Li Fusi. Il trekking ripercorre, passo dopo passo, il pellegrinaggio del Santo Eremita, Nicolò Politi, attraverso scenari naturali che oggi come allora mostrano la straordinaria bellezza del creato. Lungo il cammino – passaggi obbligati pieni di storia e mito – si ritrovano i luoghi storici dove San Nicolò condusse parte della sua beata vita.
“…chi è costui che mi trattiene dal mio viaggio…concedi che sfugga ai lacci di questa tentazione.”

Trecento sono le parole da narrare, una è la storia da raccontare, quattro sono i Passi da percorrere, sessantanove i chilometri da camminare, quattro le giornate di viaggio, cento i motivi per decidere di viverlo, mille le incertezze prima di ogni cammino, una sola la scelta finale, tante le sensazioni da provare.

Passo d’inizio. Adrano – Grotta del Santo (Etna)

Primo Passo. Grotta del Santo – Castello di Nelson (Etna- Nebrodi)

Secondo Passo. Castello di Nelson – Portella Gazzana (Nebrodi)

Passo Finale. Acqua Santa – Eremo– Alcara Li Fusi (Nebrodi)

Il Trekking del Santo un viaggio… perché …“nessuna terra è lontana”.

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  •  GIUSEPPE MAIORANA

A volte, ci sono cammini lontani dalle verdi vallate, distanti dagli impervi sentieri percorsi di rado, agli antipodi dai freschi zefiri montani.

A volte ci sono cammini che ci comunicano immagini di un passato spezzato. Un passato che era di bellezza, di quotidiane vie percorse da brulicante vita, di soffuse o frastornanti voci, di precise e certe radici. E di questo passato il certo diventò incerto. Questo passato, ferito dalla terra tremante in una notte di un lontano inverno sessantottino, mostra ancora la sua presenza. E qui, fra questi labirintici sentieri, non di terra ma di cemento, la città distrutta di Gibellina si erge ad imperitura memoria. Non è difficile immaginare voci, figure, momenti che in questi vie scorrevano. Non è la materia a rovinarne il ricordo ma è proprio la materia a volerlo preservare. È quel cemento, bianco accecante, a vietare alla natura di prendere forma tra le piangenti macerie. È quel cemento a suggellare il pensiero immortale fra lo scorrere inesorabile del tempo.

Sempre in quella notte, un’altra terra veniva spezzata, comunicandoci un medesimo destino. Ma lì, pare che il tempo si sia fermato a quel passato. Pare che quel terremoto abbia portato via gli uomini ma non le cose; diventando nel tempo testimoni di una città, Poggioreale, ormai fantasma. Ed il nostro passaggio in un luogo in cui arte, costruzione e distruzione, natura e forma sono unica cosa, sembra quasi profano.

E ne rimangono i pezzi a gridare la fulgida bellezza. Ne rimane un muro affrescato ma crepato, un campanile decorato ma distrutto, un’inferriata creata dalla mano più esperta ma divelta. La presenza umana non è altro se non ingombrante. Bisogna andare. Via, lontano e con lo stesso silenzio come solo una città fantasma può offrire.

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  • STEFANIA SOMMA

Denaro. Autorità. Carriera.

Li inseguiamo per trovare un posto nel mondo che ci faccia sentire potenti, sentire la forza di sbriciolare la terra intera tra le dita. Eppure a piccoli passi ho sentito quella forza inseguirmi ed imbottire i muscoli; io, che nella vita da sempre tengo la testa bassa, l’ ho chinata per ammirare di cosa sono stata capace, sentendomi invincibile, coraggiosa, nel modo più innocuo e naturale: camminare. Questa forza si gioca passo dopo passo, non l’avevo prima di partire. Allora questo percorso è dedicato alle donne che hanno nel corpo e nel cuore la grinta di mettersi in cammino ed incassare la vita, piegandosi forse un po’ ed in bocca non sangue da sputare, ma vita nuova ancora da raccontare, come Cristiana, Eva, Annemarie, Sonia, le mamme, le nonne… e la tisana all’achillea!

Ho pensato molto a loro, alle strade che hanno battuto; scrivo “battuto” anche per tutte le lotte che hanno affrontato e in qualche maniera hanno superato! Perché capita di trovarsi ad un certo della vi(t)a guardandosi indietro: le scelte precipitose dell’istinto, le volte in cui si è stati premiati, le sconfitte, gli incontri… A noi è successo col naso all’insù ai fuochi artificiali del Gran San Bernardo, per la festa nazionale svizzera. Credevamo fossero un po’ per noi, per i 35km in salita tutti d’un fiato, per quando ci è stato donato l’aiuto chiesto, quando abbiamo pianto dallo sconforto o riso a perdifiato. Questi momenti non hanno a che fare con le mete d’arrivo che programmiamo ad inizio percorso, non sono lauree figli, l’assunzione, matrimoni… Roma.

Assomigliano più a tappe in cui per qualche motivo sei costretto a fermarti e fare due conti, e abbiamo dato loro un nome: i Gran San Bernardo; per augurarvi che possiate viverne di pieni, appaganti, e memorabili.

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  • ISAAC SQUERZANTI

Nella salita per Radicofani eravamo molto stanchi ed assetati, più si proseguiva più la fortezza del paese sembrava nascondersi ed allontanarsi. Ad un tratto si ferma un’auto, con le quattro frecce accosta a noi che strisciavamo i piedi sulla strada bianca sotto il peso degli zaini. Due donne fresche e sorridenti ci offrono da bere e fanno compagnia con qualche domanda; e ci chiedono “perché avete di scelto di fare così tanti chilometri?” lì per lì abbiamo dato una risposta veloce, anche perché forse era la stessa domanda che ci ponevamo in quel momento di salita e fatica e sconforto. Riprendendo la marcia, però, abbiamo riflettuto parecchio e finalmente abbiamo capito. Ci siamo messi in cammino per tre motivi:

per metterci alla prova fisicamente, e psicologicamente. Scoprire, insomma, che non bastano le gambe ad andare avanti ma anche cuore e fiato che ci spingono. Camminiamo per incontrare le persone, che sono energia vitale con cui condividere e costruire relazioni vere e profonde; che cambiano sempre e si trasformano ma rimangono la parte più autentica di ogni tracciato. E infine camminiamo per fare esperienza dell’essenziale, entrare in contatto con le sensazioni più primordiali, i bisogni più ancestrali e riscoprire l’antichissima arte, sopra a tutto italiana… dell’arrangiarsi!

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  • LAURA CREMONINI

Penso che tutti abbiano un cammino nel cuore.
Un sentiero percorso in un momento particolare della vita, un panorama mozzafiato, una stradina impervia affrontata con una persona speciale… Qualcosa lascia sempre il segno…
Io un pezzettino del mio cuore l’ho lasciato lassu’, dove pian piano i colori svaniscono per lasciare il posto al nero piu’ assoluto, come assoluto è il silenzio che ti assorbe e ti cattura. Lassu’, dove tra tanti cammini percorsi, quello e’ diventato “il mio cammino”, dove mai avrei pensato che innanzi a me si potesse materializzare quanto di piu’ straordinario avessi mai visto… Lassu’, tra i crateri dell’Etna.
Un’incantevole e surreale salita in un paesaggio lunare, tra suggestive colate di lava e colonne di fumo scaturenti da vecchie fratture.
Nessuna casa, nessun albero, niente…. solo il tetto di una vecchia stazione che spunta tra le ceneri. Persino la neve è coperta di cenere.
Un incessante e inesorabile ricordarti che qui, che tu lo voglia o meno, la padrona è e sarà sempre lei: la natura.
E quando pensi che nulla possa abitare il nulla, sollevi una pietra e dal nero esplode il colore… Centinaia di coccinelle rosse… sotto ogni masso, in ogni fessura, ovunque… Il motivo non lo so e per paura che sia troppo scientifico, forse non lo voglio neanche sapere…
In un luogo dove tutto è cosi’ magico mi piace pensare che anche loro lo siano.
E cosi’ non resta che riporre con cura il sasso e proseguire il cammino…

 

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  • NICOLA DI CARLO

 

Il “Cammino di San Tommaso” – Un percorso immerso nel verde, tra borghi e tesori nascosti delle regioni Lazio e Abruzzo; da Roma a Ortona, le città che accolgono le spoglie degli apostoli Pietro e Tommaso. Un viaggio unico, meraviglioso, sensoriale. Le viste incantevoli. I silenzi, i suoni, il muoversi lento e i sapori della Madre Terra. Le voci nascoste dietro i vicoli. Il calore e i canti di allegri compagni di viaggio.

Sveglia al mattino e sentirsi leggero, nonostante lo zaino sulle spalle e la strada da fare. Una leggerezza del corpo, della mente, dell’anima. L’unico desiderio di alzarmi e partire con la voglia di scoprire nuovi orizzonti, lasciarmi cullare dalle forme sinuose delle montagne verdi, lasciarmi conquistare da tutto ciò di meraviglioso che Madre Terra ha da offrirmi. L’ombra di un grande albero. Un riparo dalla pioggia. Gli amareni, i mandorli, i cespugli di more. In ogni secondo o angolo del cammino, sembra che la natura ha qualcosa da dirmi od offrirmi. Sembra tutto in armonia. Gli animali al pascolo, il lento andare dell’uomo, la donna in bicicletta, la percezione dell’infinito, l’energia della terra.

« Tutto è in relazione, e tutti noi esseri umani siamo uniti come fratelli e sorelle in un meraviglioso pelle­grinaggio, legati dall’amore che Dio ha per cia­scuna delle sue creature e che ci unisce anche tra noi, con tenero affetto, al fratello sole, alla sorella luna, al fratello fiume e alla madre terra ».

LETTERA ENCICLICA LAUDATO SI’ DEL SANTO PADRE FRANCESCO SULLA CURA DELLA CASA COMUNE

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